E' fredda la pelle senza l'arco accogliente del suo abbraccio,
è morta la pelle.
Mi abituo all'idea e ne muoio ogni notte.
Oh, le fantasie sono fendenti gelidi che squarciano la notte,
il sonno, l'incubo, il silenzio... la vita e le parole,
le parole, danno sollievo...
Le parole... sono crocerossine che leniscono l'assenza, il dolore.
Ho un'anima denudata e così la offro al mondo
e la solitudine mi sorride magnanima...
La bocca si nasconde come un cucciolo pauroso.
La bocca, la bocca... un tempo...
un tempo neanche troppo lontano mi apparteneva...
ma ora è cresciuta e non sa più riconoscere.
Oh, la rabbia che reprimo si prende gioco di me...
anche la rabbia mi offende! Che burla!
Tutti, tutti sognano l'amore.
Ah, per molti è una sfumatura di colore rosso intenso,
rosso sangue che difficilmente si lascia afferrare...
Oh, come le farfalle in volo sfugge via
e nessuna rete giunge mai in provvidenziale soccorso!
Chi ha coraggio di concretizzare le parole?
Quanti hanno il coraggio di rischiare, di giocare questa partita?
Di provare a dirsi vivi e veri e sinceri e coraggiosi e umani,
in fin dei conti... quanti?
Oh, ho paura di rispondere a tale quesito...
ma il cuore sa, il cuore sa e si dissangua...
Troppo morti, ormai morti per sperare di diventare sani...
E nemmeno parole come crocerossine sanno curare,
nemmeno... no...
maggio 2008
(non una vera poesia, ma un insieme di riflessioni e considerazioni...)
(Jane Austen 1775-1817)
La poesia d'amore...
Darcy: Credevo fosse il nutrimento dell'amore.
Lizzie: Se l'amore è deciso e vigoroso, può darsi. Ma se è solo una vaga inclinazione penso che un misero sonetto lo faccia morire di fame.
Darcy: Cosa raccomandate dunque per incoraggiare i sentimenti?
Lizzie: La danza. Persino se il cavaliere è appena passabile.
Tratto da Orgoglio e pregiudizio
mercoledì 20 maggio 2009
Crocerossine II (parole come crocerossine)
Scritto da Silvia alle 13:38 6 commenti
giovedì 14 maggio 2009
Crocerossine (o la gloria della poetessa)
Le parole, le parole come crocerossine mi vengono in soccorso:
pretendono di trasformare il male dell'anima
in bellezza poetica,
che non potendo donare l'amore anelato
quantomeno concede la fama, il prestigio e la celebrità alla poetessa.
Le parole mi accudiscono da brave infermiere,
somministrandomi alfabeti da mettere in rima
e affittandomi ampi spazi bianchi di fogli di carta A4
per sfogare l'insana malattia d'amore,
altrimenti repressa.
Sono in convalescenza poetica!
Sono in ferie dal duro lavoro della razionalità,
avaramente retribuita.
Oh, le parole!
Diligenti crocerossine con i loro colletti inamidati,
mi guariranno?
Le crocerossine, le parole come crocerossine
sapranno lenire la mia malattia?
6 luglio 2008
Scritto da Silvia alle 13:29 20 commenti
mercoledì 6 maggio 2009
Come Elizabeth
Scritto da Silvia alle 11:18 18 commenti