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"Ciò che conta è l'abitudine di imparare ad amare"

(Jane Austen 1775-1817)

La poesia d'amore...

Lizzie: Mi chiedo chi abbia scoperto che la poesia ha il potere di scacciare l'amore.
Darcy: Credevo fosse il nutrimento dell'amore.
Lizzie: Se l'amore è deciso e vigoroso, può darsi. Ma se è solo una vaga inclinazione penso che un misero sonetto lo faccia morire di fame.
Darcy: Cosa raccomandate dunque per incoraggiare i sentimenti?
Lizzie: La danza. Persino se il cavaliere è appena passabile.

Tratto da Orgoglio e pregiudizio

lunedì 23 febbraio 2009

Rosa rosae

Macchie rosse,
macchie gialle
senza spine.

Assoluta mancanza di sangue vivo,
clorofilla e linfa,
nessuna spina.
Foglie appuntite.

Fiori recisi dalla terra,
orfane del seme, orfane della Terra Madre,
sono fiori di passione e di amicizia.
Nemmeno una spina.
Non rischio di ferirmi le dita,
neanche un graffio sulla pelle
che resta bianca immacolata.

Macchie di petali rossi
sanguigne e giovanili,
in boccio e fresche di pioggia.
Macchie di petali gialli,
i colori vivaci di un inverno grigio,
gaiezze di giovinezza che sfugge via...

E cosa ne rimane?
Un bel ricordo da conservare nell'angolo segreto.
Rose, rose, rose, rose!
Senza spine, senza minacce,
solo innocuo gesto di simpatia,
senza spine.

Rosa senza spine!

Petali rossi e gialli,
romantiche signorine vergognose,
mi somigliano in volto!
Rose, rose mie sorelle!
Siamo senza spine...
Siamo senza spine...

Macchie rosse,
macchie gialle,
macchie rosse, che guance rosse!
Giovinezza che corre nelle vene,
giovinezza negli occhi.
Giovinezza di petali virginali.

Macchie rosse,
macchie gialle
nel mio vaso di cristallo
lunghi steli di silhouette invidiabili
in ammollo nell'acqua,
che natura viva imperla il mio sguardo!
Metterò quei petali in versi,
se lo meritano decisamente!

Petali rossi e gialli senza spine,
niente sangue sulle mani sulla pelle.

(qualcosa che mi è stato donato tempo fa...)

giovedì 19 febbraio 2009

Notte: solitudine

Questo è il momento della solitudine,
l'istante in cui si curva nella notte
e s'impenna gagliarda
rendendomi la vita più arida
e priva di guizzi.

Questo è il momento in cui mi manchi di più
e in cui ti cerco con maggior, famelica disperazione.

E questa è la notte, la notte, la notte,
la notte, la notte, la notte, la notte,
la notte, la notte, la notte...
Una filastrocca disincantata.
Una filastrocca rotta che non ipnotizza più lietamente.
Ma che assorda.

E la mia notte si curva
e si abbandona alla solitudine del nonsense!

Razza di mondo folle!
Razza di idiota, cosa guardi?
Cosa spii?
Cosa?

La notte non ha tempo per i miei lamenti.
La luna ha di meglio da fare.

(poesia con cui ho recentemente partecipato al concorso di beneficenza indetto da Stella nel suo blog)

sabato 14 febbraio 2009

Ancora nei luoghi dell'anima

Forse ritornerò in questi luoghi,
un giorno.
In questi luoghi dell'anima
poveri di razionalità
e regnati dalla Passione
quale sublime tirannia,
incapace di lasciare scampo o grazia.

I luoghi dell'anima torneranno casa mia,
prima o poi, e imparerò ancora
a smarrirmi nei labirinti dei sentimenti
che accecano dolcemente gli occhi
e danno conforto e danno sostegno.

Ora sono in esilio,
in volontario ascetismo,
ridotta a peregrinare da sola come un'eremita
dal cuore congelato,
passando in rassegna tutte le orazioni
dei quattro angoli della Terra,
finché non troverò il mantra che sappia guarirmi
e reincarnarmi in nuovo cuore
capace d'innamorarsi di nuovo.

E allora, potrò fare ritorno
in questi bei luoghi dell'anima:
dove innamorarsi d'amore
è la naturale espressione del proprio esistere!

Forse tornerò in questi luoghi
e mi lascerò piegare dalla tirannia della Passione,
rinunciando per sempre all'anarchia del disamore!

martedì 10 febbraio 2009

Segui il mio labiale, quali parole effimere!

Non durano le parole,
mai durano a sufficienza:
rallegrano l'anima ma con effimera costanza;
un tremolio di fiamma.

Sono tanto brevi le parole,
assordano il tenero spirito dei cantastorie,
ma non i ciechi cuori senzacuore,
quelli non assordano mai.

Non durano le parole,
presto si dissolvono in un sussulto di pelle d'oca
che facilmente si dimentica.
Non rimane traccia di quei dolci lamenti
costati sofferta fatica.

Che vita grama!

E poiché non durano queste mie parole,
tu segui il mio labiale...
ben attento a non perderne nemmeno una sfumatura, una sillaba:
forse dureranno un poco di più.

Se non amore,
rendimi quantomeno l'immortalità della parola.

giovedì 5 febbraio 2009

Torna da me

Torna, torna da me
magari non ora.
Magari non propriamente tu.
Torna come tu...
che sei, però, qualcun altro.

Sì, torna come fossi qualcos'altro.
Sotto forma di pensiero,
di alito di vento, di brezza
o più precisamente ebbrezza.

Torna cambiato,
in perfetta metamorfosi con la tua essenza.
Torna, torna da me.
Prima o poi dovrai pur farlo.
Sarai una notte di stelle,
un folletto dal ghigno malizioso,
un incubo notturno,
un dardo infuocato.

Ma torna.

Torna da me e fa' che ogni cosa sia mutata
e ricominciata come un tempo;
ricominceremo tutto da principio:
come iniziare,
riprendere nuovamente qualcosa che non è stato mai,
qualcosa che mai abbiamo avuto.

Torna, torna da me...

Magari non esattamente tu,
torna come un te stesso
che è, in verità, un altro uomo.

Non ora, eppure...

(tornerà l'amore? Tornerà mai?)

domenica 1 febbraio 2009

Respiro

Respirare è cosa assai difficile
se non sei abituato a farlo.
Respiro a pieni polmoni
ma l'ossigeno mi sfugge:
evapora in bolle di sapone
cangianti di trasparenze luccicanti,
che si disperdono implacabili.

Soffoco.

Respiro di nuovo
e ancora la freschezza dissetante nell'aria
si smarrisce,
provo ad afferrarne a grappoli con le mani, con le dita...

Oh, le mie dita non sfiorano che vuoto!
Non sfiorano che inconsistenza!
A mani vuote non rimane traccia di aria da respirare
e soffoco.

Respirare è un esercizio decisamente proibitivo
se tenti affannosamente di afferrare quel sospiro
che ostinato ti sfugge.

E se cercassi nuovo ossigeno da respirare?
I miei polmoni mi ringrazierebbero vivamente,
non soffocando più.

Respirare è l'impresa di chi si ostina a soffocare.
Respira, respira, respira...